LA FELICITA’ NON AMA I LUOGHI COMUNI

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-23 giorni a Natale

“La felicità arriva quando meno te l’aspetti e fugge via veloce. Non va confusa con la contentezza perché è più profonda e coinvolgente. E’ rara, non capita molte volte nella vita di provarla e dura un battito d’ali”.

Te lo insegnano fin da piccolo che la felicità è razionato per non fartici fare la bocca. E ti danno anche indicazioni sul dove, questi rari e sparuti momenti saranno allocati: il primo bacio o la prima volta, ma anche il raggiungimento di traguardi importanti come il diploma o la laurea, il giorno della prima comunione, quello del matrimonio, la nascita dei figli.

Si vive a tal punto questa ansia da “cogli l’attimo” che, nel momento stesso in cui si ritiene di essere felici, si diventa immediatamente tristi perché si pensa a chissà quando ricapiterà o peggio ancora se possa essere l’ultima volta. Se si aggiunge poi, che è da sempre buona norma, evitare di esternare troppo il proprio stato di grazia per sensibilità nei confronti di chi non è nella nostra condizione e/o per evitare di suscitare energie negative negli altri che possano inficiarla, si capisce perché parlare di felicità non provochi mai tanto entusiasmo. Pochi istanti e pure faticosi da gestire, per molti più facile rinunciarci.

Se mi guardo indietro di anni, di mesi, di giorni ma anche solo di ore, mi rendo conto, al contrario, che i momenti di felicità che ho vissuto sono davvero tanti; di sicuro più di quelli che avevo a disposizione sulla carta e che nella maggior parte dei casi, contro ogni previsione, non li ho trovati dove era scritto ma ci sono inciampata.

Da quello che ho visto io, la felicità è più diffusa di quello che si pensa e può durare più del celeberrimo e già citato battito d’ali ma per non farsela sfuggire, bisogna essere disposti a percorrere strade nuove e diverse da quelle indicate da chi sembra saperla sempre più lunga di noi, essere determinati e allenarsi parecchio per non cedere al comfort dei luoghi comuni.

E poi serve un’ultima cosa: sdoganare il dirlo. Sì, va detto senza pudore (e senza paura!) che si è felici. Come si dice, senza pudore, che si è infelici, depressi e incazzati. Non solo quando è scontato ma anzi e soprattutto quando non lo è per niente.

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