Una mamma si addormenta mentre allatta e soffoca il suo bambino. Poteva succedere a chiunque di noi e lo sappiamo tutte. Anche quelle che fanno finta di non capacitarsi. Io ricordo benissimo la stanchezza e il sonno di quel periodo. Anche il mio sentirmi inadeguata nonostante i miei 34 anni. Ricordo anche di non aver mai allattato volentieri e di aver smesso al quarto mese perché il latte non era sufficiente. E che talvolta mi sono sentita in colpa a causa delle pressioni silenziose di una società stantia e giudicante. In cui, peraltro, diciamocelo, chiunque non ci nega mai un parere. Lo stesso tutti e te lo devono dire. A partire dallo speciale legame che si crea tra mamma che nutre e figlio nutrito e che il latte materno sia una specie di elisir di lunga vita. Che magari è anche vero ma posso garantire, per esperienza, che di momenti speciali ne esistono molti altri e che se parliamo di benessere il latte artificiale ha senz’altro migliorato quello di mio figlio che il mio non era un granché.
Quello che mi viene in mente in questo momento è solo che sono pietrificata pensando al dolore di quella mamma e alla vita interrotta del suo bambino. E poi che, rispetto a lei, non sono stata più accorta ma solo più fortunata. E che non vorrei dirle nulla ma solo stringerla nel più caldo degli abbracci.
