Maledetta (forse) primavera

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Ieri è stata una giornata iconica. La mattina è iniziata con una pioggia torrenziale che alle 8 sembrava ancora buio; a pranzo è spuntato un sole allegro ma non troppo convinto; nel pomeriggio si è abbattuta su strade e piazze una grandinata violenta che ha imbiancato ogni dove e poi, quando pensavo che la passeggiata serale con Rocky sarebbe stata un’avventura terracquea, il ghiaccio si è sciolto lasciando il posto alla pace. Ad una serata dolce e profumata di fiori e terra bagnata. Ad un cielo pastello e su tutto, ad una luce dorata che, appena appoggiata sui muri dei palazzi, è riuscita sul filo di lana a regalarmi conforto e a riscaldarmi il cuore.
Qualche giorno fa, sotto un post in cui parlavo di primavera Ale ha scritto in un commento ‘Un po’ trovo ti somigli la Primavera. Così impetuosa, passionale, un’esplosione di colori e profumi, intensa ma anche leggera a tratti spensierata. Non potevi nascere che in questa stagione dell’anno, così piena di luce da non passare certo inosservata’.
Una bellissima descrizione in cui mi trovo soprattutto per quell’impeto che sento di possedere, forte, dentro di me. Quello che in un secondo è capace di travolgere tutto. Che è capace di spazzare in un battito di ciglia il sole dal cielo. E farlo poi tornare sorridente, come non mai, dopo la tempesta. Quella parte di me che spaventa chi vive la costanza dell’inverno o dell’estate e non regge gli sbalzi. Perché l’impeto, sarà per questo che ha la stessa radice, è impegnativo. E sono pochi quelli che riescono ad accoglierne e ad amarne gli effetti. Perché se è normale dividere il mondo tra chi ami il freddo e chi il caldo, sono davvero rari quelli che riescano ad apprezzare, anzi ricerchino proprio, di avere tutto in una stessa giornata. Quelli come me che sembra scappargli la vita dalle mani. Che la vogliono vivere a pieno. Che non vogliono sprecare neanche un minuto. A 20 come a 56 anni. Che aspirano al sole ma non hanno paura di affrontare la pioggia. Che una giornata come quella di ieri, piena di tutti i colori, i rumori e i silenzi del mondo, non li lasci attoniti ma gli apra il cuore.
Si dice che marzo, tra tutti i mesi della primavera, proprio per la sua imprevedibilità, sia un mese pazzo. Io ho sempre pensato che sia un giudizio frutto dell’invidia degli altri mesi. Perché a guardare bene è davvero l’unico prevedibile. Perché mentre gli altri possono riservare sorprese, marzo è esso stesso una sorpresa. E lo sanno tutti: più che non avere sovrastrutture, non ha proprio strutture. È in continuo divenire. Si lascia l’inverno alle spalle e lavora per lasciare la sua eredità all’estate, generosamente, senza trattenere nulla. È sincero e spontaneo non addomestica la realtà ma la esalta. Crea casini, ne piange ma li risolve con il suo tepore o tenta almeno di farlo. Ride, piange e torna comunque sempre a ridere.
Che è vero, ha ragione Ale, sembro proprio io. Io che ho passato la vita tentando di normalizzarmi senza successo. E che però oggi sono felice di non esserci riuscita.
Buona giornata! Chissà come sarà…🌺☀️

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