Ieri mentre ero in macchina con il figlio passa una colonna di auto e di altri mezzi degli anni 60/70. Vecchie Fiat 500, 600, 850, la Giulia, la Giulietta, quelli che chiamavamo ‘ferri da stiro’, maggioloni e anche il furgoncino della Volkswagen degli hippie. Lui lo riconosce subito e mi dice. ‘Ma gli hippie esistono ancora? Sai, mi piacerebbe proprio essere un hippie’. E io, che già ero sorpresa solo per il fatto che avesse riconosciuto il mezzo, gli chiedo pavidamente ‘In che senso?’. E lui ‘Ma li hai visti nei documentari (!)?!! Passavano le giornate confrontando le loro idee senza fare niente altro, fumando marijuana ed erano tutti molto rilassati’, e poi aggiunge tranquillo, ‘mica come voi sempre a correre agitati. Se loro l’hanno fatto, si può vivere anche così’.
Nella mia testa si sono accavallati in un istante tutti i pipponi, in ordine sparso, che avrei potuto attaccargli in risposta ad una simile affermazione. Sul valore profondo di quella protesta, ma anche, più terra terra, su quella del mio lavoro che gli consente di fare molte cose che gli piacciono, sugli effetti collaterali delle droghe leggere e sul fatto che molti di quelli ‘rilassati’ si sono trasformati in personaggi del business molto più agitati di me. Di fatto ero spiazzata e non sapevo che rispondere. E quindi, visto il sole magnifico, il verde accecante degli alberi ai lati della strada, una canzone strepitosa che usciva dalla mia vecchia radio, per una volta, ho deciso di sorridergli e tacere. Ho rimandato il confronto. Perché su questo ha ragione, abbiamo sempre la possibilità di fare una scelta diversa da quella più scontata.
Oggi è il primo lunedì con l’ora legale, usciremo dall’ufficio che è ancora giorno. Se non sarà così, preoccupatevi!
Buongiorno.