Ho sempre guardato con curiosità le donne di ceramica. Quelle che tutti, ed in particolare gli uomini, trattano con la delicatezza che si destina agli oggetti fragili e preziosi. Non le si affatica con i pesi reali ma neanche con quelli delle quotidiane preoccupazioni. Non sanno nulla dei conti di casa, non hanno mai pagato una bolletta e non sanno neanche dove siano custoditi i documenti. Se per caso rimangono sole tutti si precipitano ad aiutarle perché ispirano tenerezza e solidarietà . Ho sempre guardato con curiosità questi talenti perché io ho sempre ispirato tutt’altro. A me, di solito, ci si appoggia e senza neanche tanta delicatezza. E per ottenere qualcosa, di solito, mi occorre discutere, gridare, comunque combattere. Mai nulla gratis. E’ vero, non mi piacerebbe essere una donna di ceramica. Non tutta la vita intendo. Qualche giorno si. Qualche giorno vorrei tanto che qualcuno si occupasse di me come se da sola non potessi farcela e potessi rilassarmi un po’. Purtroppo non ci crede nessuno.
Buongiorno alle aspiranti donne di ceramica per un giorno. Non a quelle vere ma solo perché lo avranno già ricevuto ieri sera!
Il buongiorno del 23 aprile
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2 risposte a “Il buongiorno del 23 aprile”
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cara mia, quante volte ho pensato che sarebbe stato tutto più facil essere nata di porcellana, ma se una nasce tonda puó morire quadrata? direbbe mia madre….
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[…] io possa mollare. Ogni tanto. E vabbè torna il tema che ci sono donne che ti viene di proteggerle (le cosidette donne di ceramica) e donne che ti mette pensiero anche solo chiedergli se hanno bisogno di una mano. E se appartieni […]
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