Ieri il figlio mi chiama da scuola perché non si sente molto bene. Dopo il vano tentativo alla ricerca di qualcuno che possa andarlo a prendere e ci metta meno tempo di me, lascio tutto quello che stavo facendo in ufficio e vado. Proseguirò a lavorare da casa. Arrivo a scuola, passo dalla segreteria firmo e aspetto che il bidello (ops! il collaboratore…), me lo porti all’ingresso. Arriva e nonostante la faccia affranta, il guizzo di soddisfazione negli occhi non è quello di uno sollevato che finalmente può andare a casa ma di chi ha raggiunto un risultato insperato. Gli chiedo ‘Ma che cosa hai? Cosa ti senti? e lui ‘Mi sento spossato e mi fa un po’ male la pancia’.E io, solo per sgombrare il campo e capire meglio ‘Hai fame? Ci andiamo a prendere un panino prima di tornare a casa?’… ‘Magari. Posso prendere cotoletta, bacon, sottiletta e salsa piccante?’
E’ passato un momento lunghissimo in cui decidere se essere felice perché non c’era nulla di grave o picchiarlo per avermi fatto fare una corsa, col fiato in gola, senza un motivo che davvero lo giustificasse. Ho optato per il primo. Ma solo perché ha davvero ragione ad essere stanco.
Da quando ha due anni e mezzo si fa 8 ore di scuola e dopo altre mille attività. Perché sia io che il padre lavoriamo ma anche perché, nella testa della nostra generazione, c’è fortissimo il concetto della preparazione sistematica al futuro. Della necessità di dare ai figli tutti gli strumenti possibili per affrontarlo. Concetti che portiamo avanti con determinazione nonostante l’evidente negazione di meritocrazia che ci circonda e attanaglia, in ogni dove, il nostro Paese. E alla quale continuiamo a non ribellarci seriamente. A ignorarla come se fosse dovuta. Mentre ai nostri figli continuiamo a raccontare che il successo passa dalla preparazione. E solo negli istanti più lucidi che se, alle strette non avranno chances in Italia, potranno sempre andare all’estero. Ieri quando ho visto gli occhi contenti del figlio di vedermi ma anche di aver rubato un pomeriggio ho pensato che questi ragazzi non si meritano una generazione di preparatori di cervelli in fuga ma qualcuno che gli dia la speranza che tutto questo sia un investimento e non un sacrificio. Che possano scegliere di avere un futuro ovunque, ma anche nel loro Paese. E che la soluzione non stia nello scegliere un partito piuttosto che un altro e demandare. Non è più tempo di guardare dagli spalti. Far tornare di moda la preparazione e il merito non può essere demandato. E si può fare. Cominciamo a ridicolizzare e a mettere in un angolo chi ha usato altri mezzi per arrivare. Chi non mette in campo energia e determinazione (!) ma cognomi e amicizie. Chi si sente ma non è. Non mettiamo più a disposizione la nostra competenza di chi non lo merita. Non sosteniamo più pagliacci. Facciamoli cadere. Cominciamo a servirci solo da chi fa bene il suo lavoro. Andiamo da medici appassionati e non da baroni che poi ci danno il posto in ospedale se necessario. Ribelliamoci alla sciatteria. Al tanto è tutto così. Esaltiamo il lavoro dei professori che amano il loro lavoro. Cominciamo a snobbare i potenti che non meritano quei posti anche quando gli serviamo un caffè al bar.
Ripetiamoci tutti i giorni come un mantra che ce la possiamo fare. Tutti insieme.
Lo dobbiamo a noi prima di non avere più la forza per farlo e lo dobbiamo ai nostri ragazzi. Soprattutto perché la prima cosa che gli abbiamo insegnato e a non dire bugie. E se non facciamo qualcosa gliene abbiamo raccontata una proprio grossa.
Buongiorno!
Il buongiorno del 31 maggio
by
Tags:
Comments
Una replica a “Il buongiorno del 31 maggio”
-
Come spesso accade hai messo in ordine pensieri e propositi che il mio io disordinato “sente” sempre più spesso. Di conseguenza voglio cogliere lo stimolo per un proposito concreto: non voglio più lasciar correre. Il disprezzo per la sciatteria e l’inciviltà così come il riconoscimento delle energie e delle iniziative positive lo voglio esprimere. Solo a titolo di esempio: Dall’ammonimento ai condomini (e -quotidiano- alla “collaboratrice domestica”) sull’importanza della raccolta differenziata dei rifiuti (😊) al ringraziamento espresso ai 3/4 professori (su 10) che hanno contribuito veramente alla formazione anche civica dei nostri ragazzi. Dopo gli esami ….
"Mi piace""Mi piace"
Che ne dici?