Il buongiorno del 27 luglio

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Era un po’ che non sentivo il mio amico Roberto e ieri l’ho chiamato. Le nostre telefonate sono sempre lunghissime. Ed è forse per questo che non ci sentiamo così spesso. Ci vuole tempo e predisposizione. E trovarli entrambi e all’unisono non è cosa facile.
Roberto è adattatore di filosofie complesse alla vita quotidiana. Le sue riflessioni non rimangono mai alte e non fruibili. Lui è uno dei pochi capace, oltre che di fartele pensare, di fartele vedere.
Ieri il tema era quello del raggiungimento di un equilibrio.
Lui mi dice ‘Senza fare troppi piani, se ogni giorno, senza saltarne uno, cerchi di fare quello che ti fa stare bene, non ci vai molto lontana’.
Il tutto era partito dal fatto che gli raccontavo che, proprio grazie ad uno spunto che mi aveva lasciato in una delle nostre conversazioni, avevo deciso – perché certe scelte vanno fatte prima col cervello e poi insegnate al cuore – di non disperdere più energie dietro a persone o a situazioni che non mi portavano da nessuna parte. Avevo capito che lasciare andare mi aveva fatto sentire davvero più leggera e che il sorriso era tornato, sorprendentemente, a stanziare sul mio viso. Per carità, ricadute sempre possibili ma, visti i benefici della presa di posizione, sempre più rare.
Mi dice ‘È proprio così. Perché se probabilmente vincere una battaglia di principio ma di poco conto non migliora il tuo futuro, discutere ogni giorno e farsi il sangue amaro è assolutamente certo che ti rovini il presente’. E poi continua ‘Se invece ignori i pensieri negativi inutili e inizi la giornata facendo quello che più ti piace, come fai tu scrivendo, già cominci con il piede giusto’.
Non avevo mai pensato in questi termini al lasciare sul blog i miei racconti mattutini. E ancora una volta, il mio amico Roberto, mi ha cambiato il punto di vista. Pensavo di aver cominciato a scrivere perché la mia vita era cambiata e invece ho capito che sta cambiando proprio perché ho cominciato a scrivere.

Il mio buongiorno oggi è per Marina e per il suo Roberto che un camion senza controllo le ha strappato un anno fa. Icone di quanto la morte, non la vita, può essere davvero crudele. E di quanto l’amore sia davvero l’unica cosa che può renderci immortali.

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