Ieri al ritorno dal mare io e il figlio ci siamo trovati, dopo aver passato una giornata al sole, sotto una coltre plumbea di nuvole che rifletteva rosa sui palazzi e oro sulle loro finestre. Dico al figlio porgendogli il mio I-phone ‘Prendi il mio telefono, fai una foto, guarda che spettacolo’. E lui impegnato in un giochino sul suo e senza alzare gli occhi ‘Quale spettacolo? Quale telefono? Dove sta il tuo telefono?’. Gli do una bottarella per scuoterlo, si riprende dal torpore virtuale e mi fa contenta. Comincia a piovere fortissimo ed è la prima volta che mi capita con la macchina nuova. Mi rendo conto che non so azionare i tergicristalli. Che quel manuale che mi hanno dato e detto di leggere non l’ho mai aperto. Troppo tardi per pentirsi. Tocco tutto. Li accendo ma vanno lenti… Troppo lenti. Provo a guardare le indicazioni sulla leva per capire cosa fare. La leva è snodabile in 50 modi che azionano quelli davanti, quelli dietro e modulano le rispettive velocità. Mi è chiarissimo che le abbia progettate un uomo. Ha messo tutto insieme per non perdersi nulla ispirandosi, però, nella funzionalità al cubo di Rubik. Mi rendo conto, però, di come non sia affatto il momento per le battaglie di genere e che soprattutto non sia davvero il caso di guardare le istruzioni in movimento, devo guardare avanti. L’acqua scende a secchiate. Continuo a toccare tutto finché finalmente non partono con la velocità massima e mi rilasso. Saranno passati al massimo 10 secondi ma mi sono sembrati un’eternità. Mi accorgo che il figlio mi sta guardando attonito e mi dice ‘Pure questo di spettacolo niente male. Magari la prossima volta ti faccio un video!’.
Buongiorno senza parole!
Il buongiorno del 28 luglio
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