Ieri Alessia mi ha esternato che a lei e a Concetta (ma me lo avevano detto anche Paola ed Elisa) non piace che io chiami mio figlio, “il figlio” quando scrivo o racconto di lui. Secondo il loro parere è fastidioso soprattutto perché sembra quasi che io voglia prenderne le distanze. A dire il vero la mia volontà era tutt’altra. L’articolo determinativo, nella mia testa, voleva rappresentarne proprio la specifica unicità della mia creatura ma se la percezione è un’altra, si cambia. D’ora in poi sarà mio figlio. O anche più semplicemente Marco.
ndr Mi sono accorta ora che questo è il mio 400 post e che casualmente lo abbia dedicato a Marco mi fa proprio piacere.