Tra poco andrò un ufficio. Ultimi 3 giorni di lavoro prima delle agognate ferie. Questo è il terzo anno di seguito che, per alterne vicende, arrivo al riposo estivo in modo assai rocambolesco. Quest’anno però grazie al saggio utilizzo dei fine settimana e delle serate infra-settimanali, arrivare fin qui è stato meno faticoso e nettamente più divertente. Ho scoperto che chiudere un occhio e uscire, invece che pulire casa e mettere a posto, aiuta molto. L’anno scorso ho approfittato di questo analogo periodo per rivoltare ogni stanza e pulire con determinazione il soppalco, gli armadi, le librerie e la tristezza, che ho raccolto insieme alla polvere, non mi ha lasciato fino a metà marzo. Quest’anno, invece, ho fatto solo l’indispensabile e mi sono dedicata del tempo. Da sola o con amici nuovi, vecchi e ritrovati. E non ho rinunciato a nulla che mi sia venuto in mente di fare se non per stanchezza. E ho scoperto un’altra estate. Come tutte le grandi scoperte che hanno cambiato il destino dell’umanità, è stato casuale accorgermi che uscire, ma anche fermarmi a casa per leggere o dormire, rinunciando ad avere una casa perfetta ha davvero dei risvolti benefici non indifferenti. E ho applicato con serietà il verbo. Come faccio sempre se credo che una cosa vada fatta.
Ovviamente non durerà per sempre. Finirà come le vacanze e soprattutto con il rientro di mio figlio. Ma sapere che posso disporre di un intervallo temporale in cui tutto è possibile anche decidere di essere disordinata senza che nulla accada o meglio sapere che l’unica cosa che potrà accadere, a fronte di non sapere immediatamente dove sta qualcosa, è stare meglio non si può non classificare come meraviglioso.
Credo di avere aggiunto con questo un altro pezzo di consapevolezza al percorso del mio benessere. Mi sento più leggera e contenta. Perché dominare la propria vita significa anche eliminare le schiavitù e questa, per me, non era affatto banale. Lo ammetto.
Libero buongiorno!