Il mio nome è Marussia. Mi dicono sia un vezzeggiativo di Maruska. Una sorta di Mariella in russo. Si chiamava Marussia un’amica di infanzia di mia madre e quest’ultima, pur con tutta la famiglia contro, decise di darlo a me. E fu così che, in qualche modo, il mio destino fu segnato. In nomen omen. E in questo senso nessuno sa più di me quanto un nome possa influenzare una vita. Come dico sempre, meglio sarebbe stato addosso ad una chiromante o ad una cantante che ad una che lavora in ufficio. Perché non si può capire, la fatica che faccio (la capiscono solo i Riziero, i Delio, gli Efisio che non abitino in Sardegna e i tanti altri con altrettanti nomi bellissimi ma sfidanti nonché ovviamente gli stranieri che vivono in Italia!) ogni volta che chiamo qualcuno o mi presento di persona a ripetere, spiegare, fare lo spelling e in ogni caso a dover sentire l’imbarazzo dell’interlocutore che, alla prima, non capisce quasi mai: Maruffia? Mariussa? Con lo svantaggio una volta acquisito – anche per questa delicata fase di apprendimento – che ti si ricordano tutti. Se fai bene ma soprattutto, se fai una cazzata. Senza contare che Marussia, anche solo per assonanza, ti da un’immediata connotazione politica. E mi chiedo sempre come sarebbe stato se mi fossi trovata invece a pensarla diversamente. Senza contare che se non c’è mai nessuno che chieda alle Paole, alle Alessandre, alle Laure perché si chiamino così, non c’è nessuno o quasi, che a me risparmi la sua curiosità. Anche se una storia, si converrà, c’è sempre anche per i nomi più comuni. Fu così che ad un certo punto della mia vita inventai una storia più affascinante di quella vera. Che vedeva mio nonno in campagna di Russia salvato da una contadina russa, Marussia appunto, di cui avevo ereditato per gratitudine di tutta la famiglia, il nome.
E c’è una ragione perché ho tirato fuori questa storia proprio oggi. Perché di Sante col mio nome non ce ne sono e quindi oltre tutto neanche l’onomastico. E ho pensato che magari oggi che li si festeggia tutti potrei mischiarmi. Ci provo tutti gli anni senza successo.
Buona festa!
Che ne dici?