Torno sul tema delle donne di porcellana e delle altre. Le prime sono quelle che stimolano tenerezza, soccorso, premure. Non ce la fanno, vanno aiutate, sostenute, protette. Di solito sono piccole e magre. Hanno voci flautate o infantili. Sono curate sempre. Stimolano senza fatica il sostegno e l’aiuto. E tutti, uomini e donne, si muovono per loro. I loro uomini, in particolare, stravedono e mai si sognerebbero di preoccuparle. Di farle soffrire manco a parlarne.
Poi ci sono le altre. Quelle forti. Quelle che ti ci puoi appoggiare. Quelle che organizzano, dispongono, decidono, valutano e consuntivano. Quelle che infondono fiducia, sorridono. Che cercano sempre una soluzione e ne trovano una comunque. Le cosiddette colonne. Sono magre, grasse, alte, basse, belle, brutte. Sono quasi tutte. A quelle, pure se le vedono boccheggiare, non chiedono mai se hanno bisogno. Ce la faranno sicuramente. Anche se le vedono con il fiato corto, si dicono che non sono in difficoltà. Al massimo stanno sbadigliando.
Il punto è che le seconde, ahimè, spesso non sono femminili. Spaventano. Allontanano. Non si rilassano mai. Sono sempre e troppo sul pezzo. Perché gli uomini si appoggiano, anzi si buttano a peso morto, affidano tutto l’affidabile e anche di più ma, attenzione, non amano mai sentirsi in scacco. Non amano sentire che la donna che gli è accanto da e fa di più, ed è più forte di loro.
Ho provato a capire meglio.
Cioè (da immaginarsi pronunciato con gomma americana tra i denti), si appoggiano, lasciano che gli si tolgano le castagne dal fuoco, si fanno consolare delle quotidiane delusioni, non prendono iniziativa se non costretti da calorosi incitamenti, si abbattono facile, non offrono in cambio nulla spontaneamente se non in rari e memorabili istanti, e sono pure loro che si allontanano? E noi ci rimaniamo pure male?
Ovvio che trattasi di esagerata generalizzazione utile al ritmo della scrittura. Ci sono pure quelli diversi. Una volta ho conosciuto una che raccontava di averne incontrato uno, non mi ricordo dove.
Buona giornata alle porcellane ma di più alle colonne che ne hanno più bisogno! ❤️
p.s. A quelli che dicono che è colpa di chi fa troppo perché non offre all’altro la possibilità di esprimersi, vorrei dire che più volte, nell’attesa, ho rischiato gli stenti.
…una volta, non mi ricordo dove…😊
Buona giornata Maru ❤
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Senza offesa, ovviamente!😘
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maccerto! 🙂 ❤
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Bella lì!
E di solito, alla fine della fiera, quando gli uomini le lasciano (non se, quando…) lo fanno perché è colpa loro, delle colonne dico, perché hanno deciso tutto loro, hanno sempre fatto quello che hanno voluto. Gli uomini delle colonne non hanno mai alcuna responsabilità… E’ storia di questi giorni a casa di un’amica, per dire…
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Chi fa da sé fa per tre.
Questo va detto soprattutto alle cenerentole, che sono la stragrande maggioranza. Il principe azzurro è morto (per fortuna).
Ciao!
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