Il buongiorno del 2 marzo

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Cosa c’è di peggio di un fine settimana di pioggia? Senza dubbio un fine settimana lungo di pioggia con impegni del figlio che ti portano fuori di casa 10 ore al giorno.
Per chi, come me, porta gli occhiali, la pioggia è un anatema. Basta uno schizzo d’acqua e non vedi più nulla. L’ombrello è necessario da subito.
E se non bastasse, c’è sempre quello/a che non ce la fa a trattenersi che ti dice: ‘Esagerata, co’ ‘sto ombrello, so’ du’ gocce!’. Perché si’ forse c’è qualcosa di peggio anche di un fine settimana lungo di pioggia: quelli che vedono in modo compulsivo i meteo, parlano di alta e bassa pressione con professionalità, fanno previsioni e ti guardano con sufficienza se non ti sei accertata delle condizioni del tempo dei successivi due mesi prima di uscire da casa. Una volta almeno c’era solo l’autorevole e insostituibile Bernacca. Solo lui a prevedere la pioggia o il sole senza possibilità di contraddittori. Ora tra meteorologi aspiranti personaggi, siti ed esperti dell’ultima ora anche le previsioni sono diventate un tema da dibattere ‘questa perturbazione non ci lascerà prima di lunedì’… ‘io ho sentito tutta la settimana’….’tipica pioggia di fine inverno, si deve sfogare’… ‘ma che c’entra? quando arriva dal Nord Europa è sempre veloce’…. .
Belli i tempi che in ascensore ci si lamentava dell’umidità della pioggia, del caldo dell’estate e si convergeva sulla scomparsa delle mezze stagioni.
A dirla tutta però, non c’è poi così differenza tra ieri e oggi: si parla sempre del nulla. Oggi siamo solo più esperti.

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