Stamattina alzataccia per andare a fare le prove allergiche. Ieri sera avevo mandato un messaggio a Carla che abita lì vicino per invitarla a fare colazione insieme a cose fatte. Invece prima delle 8 me la sono vista arrivare mentre ero in fila per pagare. Sono andata allo sportello e l’ho chiamata per farle vivere live cosa significhi avere il mio nome e farci due risate. Alla prima l’addetto, gentilissimo e sorridente, non lo capisce. Dopo il mio consueto spelling, M-A-R-U-S-S-I-A, lo digita e poi mi dice ‘Ma è già venuta qui? Non la trovo!’ Cerco di vedere cosa abbia scritto e poi gli dico ‘Mi scusi, Marussia è il nome non il cognome!’Segue da copione ‘È la prima volta che lo sento…’ Guardo Carla con la faccia di quella che, invece, sono 47 che se lo sente dire e scoppiamo a ridere come due sceme. Mi reco ai prelievi e Carla va a casa a fare un’altra lavatrice. Ci diamo appuntamento per il caffè quando finisco. Dopo il prelievo vado in una sala per i prick. La finestra è aperta. Fuori tre pini di un verde freddo e intenso su uno sfondo azzurro chiaro attraversato da qualche frezza bianca e sotto i tetti spioventi color mattone. Guardo l’infermiera e le dico d’istinto ‘Ma non trova questa vista bellissima anche lei?’ Lei mi guarda sorpresa e mi dice ‘Sì, è bellissima forse solo un po’ freddo. Chiudo?’ Mi prepara per il test e nel mentre si lamenta del cellulare su cui non le funziona più whatsApp. Le dico che se vuole gli do un’occhiata. Mi piace la tecnologia. E su problemi semplici me la cavo. Ha solo la memoria piena di libri, di musica e immagini. Glielo dico e lei ‘Io non viaggio, lo faccio con i libri e la musica. Non posso rinunciarci’. Le chiedo che libri legga e mi risponde ‘Di tutto. In questo momento ho ritrovato la religione e leggo molto anche di questo.’ La guardo e le dico che la spiritualità è importante anche per me. Che non sono religiosa ma cerco di nutrire da qualche tempo costantemente lo spirito. Lei mi sorride e mi dice ‘Mi aiuta ed io sto bene’. E si capisce che è vero. Mi lascia, devo aspettare l’effetto delle sostanze potenzialmente allergizzanti sulle braccia. La seguo con gli occhi che si muove rapida e morbida con altri pazienti. È accogliente, sorride. Le persone ricambiano. Il clima è decisamente caldo. Poi torna da me e mi dice se posso dare un’occhiata anche al cellulare di una sua collega. Non mi sottraggo. Arriva anche l’altra e mi dice che purtroppo non ce l’ha dietro. Le dico che tanto dovrò tornare a ritirare le analisi fra qualche giorno e magari ripasso. Mi ringrazia.
Ho finito il test, nessuna reazione. Passo dalla dottoressa che me lo conferma. La ricerca continua.
Prima di andare via incontro di nuovo la simpatica coppia che mi saluta con la mano. Ricambio e mi dico che basta proprio poco per sentirsi vicini e che se è possibile con qualcuno che vedi per la prima volta, sarebbe tanto più facile con chi frequenti ogni giorno. E chissà perché, non è così. È tornata Carla. Facciamo colazione di corsa che poi lei mi dice di averne un’altra con la sorella e la mamma. Le dico che stamattina, pensando alle file da fare, quella della colazione con lei non l’avrei mai messa in conto e invece…. Risate e appuntamento ad un generico dopo.
Sono le 11. Reazioni allergiche non pervenute. Reazioni alla vita parecchie. La giornata promette bene.
Buongiorno di sole (già) tornato!
Che ne dici?