Negli ultimi mesi ho accumulato un numero di ore a stretto contatto con il cellulare davvero eccessive. Uno scambio continuo tra me e il mondo, senza soluzione di continuità, attraverso voce, tasti e video. Amo la tecnologia che rende possibile comunicare senza limiti. Che ci connette agli altri. Che avvicina. Che permette di gestire meglio il tempo. Che fa toccare le anime anche a distanza di chilometri.
Ma ho davvero ecceduto. E ora ho bisogno di arieggiare il cervello. Ho bisogno di silenzio. Di voci non mediate da microfoni e auricolari. Di non leggere e interpretare mail e messaggi, di cuore o di lavoro. Di non avere schiacciato su una guancia o illuminato davanti agli occhi quello che è diventato un piccolo mostro da alimentare in continuazione, reso ogni giorno più potente dalla concentrazione su di sé di ogni relazione. Compresa quella con la Banca e l’Acea. E di saper trovare risposte a ogni cosa: dalla strada più veloce alla ricetta della torta di mele.
Stacco per 4 giorni e mi godo il mondo di prima mano. E per legge del contrappasso, per consentire la mia reperibilità in caso di emergenza, ho lasciato il telefono di Alessia. L’unica vera domatrice di cellulare che conosco. Che da sempre risponde quando vuole e non quando squilla. Che da sempre è capace, senza alcun rimorso, di lasciarlo senza energia nei meandri di una borsa o in tasca a qualche giacca abbandonata.
E al ritorno non recupererò affatto il tempo perduto. Sarà perduto e basta. Non voglio soccombere ad alcuna rincorsa che possa inficiare i benefici di questa non prova ma guerra di indipendenza. Prometto una relazione dettagliata a fine esperimento per chi vorrà provare. Anche senza Alessia!!!
Buongiorno da oggi al 18 e buon fine settimana!
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