Oggi giornata votata alle pulizie e a mio figlio. Portalo, riprendilo. Riportalo, riprendilo. Ti dicono ‘Goditelo adesso che fra poco diventerà autonomo e non lo vedrai più!’. Ora, in tutta sincerità e con tutto l’amore del mondo, fargli da autista non è la mia massima aspirazione. Soprattutto in notturna. E spesso, vi dico da godere, c’è ben poco. Sparute conversazioni in mobilità a parte. Eh sì, perché se c’è una cosa divertente in questa attività da tassista, è che quelle andate e quei ritorni, a volte lo ispirano. E ne approfitta per buttarti là, oltre alla lista di quello che dovresti comprargli perché assolutamente indispensabile per la sua sana crescita fisica e mentale, qualche suo pensiero, progetto, intenzione che vuol sondare. Ieri per esempio si parlava della scuola da scegliere dopo la terza media. E da lì, in un secondo, siamo arrivati a quando, una volta raggiunta la maggiore età se avrà un lavoro (!), potrà uscire di casa e andare a vivere da solo. Pensavo fosse felice di sentirsi dire che avrebbe trovato il mio appoggio e invece mi dice ‘No guarda, appena trovo un lavoro, io resto ancora un po’ con te e anche con papà. Così mi metto un po’ di soldi da parte prima. Metti che finisco di studiare a 24 anni come Matteo e, come lui, trovo subito lavoro (Matteo è il figlio di un mio collega/amico che è diventato un punto di riferimento perché molto studioso ma a dire di Marco, visto anche l’orecchino e il fisico sportivo, affatto sfigato!) magari rimando fino a 35. Troppo? Facciamo 32?’. Lui a farsi i conti della cifra a cui sarebbe potuto arrivare con lo stipendio, a cui pensa di poter aspirare, e io a ridere internamente di fronte a quel sincero opportunismo che lui non ti nega mai. E fortunatamente non mi da mai tempo di preoccuparmi perché le sue idee sono costantemente in fieri. Negli ultimi 30 viaggi, verso il circolo dove fa sport o qualche festa, abbiamo esplorato decine di idee alternative. Qualche tempo fa mi ha chiesto, per esempio, di mandarlo un paio di mesi in Brasile da zia Fausta, una mia zia che non ha mai conosciuto ma di cui gli ho parlato, e che probabilmente lo ha colpito per il coraggio della scelta, a cui si era detto disponibile a fare la spesa ed altri servizi in casa, in cambio dell’ospitalità (!). ‘Dai, non la puoi chiamare?’
A lui una vita non basterà per inseguire tutti i prodotti della sua capoccetta. E a me avere qualcuno che scalpita in tutte le direzioni verso il domani mi piace moltissimo.
Se il godermelo di cui si parlava è questo, hanno sicuramente ragione loro. Ma non è solo così. A volte non mi parla e, se mi parla, grugnisce. E chi ha un figlio di quell’età in casa (o in macchina) sa di cosa parlo. La chiamano adolescenza. A casa mia si chiama ‘la prossima volta prendi l’autobus’.
Buongiorno ai giovani virgulti, in quotidiana partenza per il futuro, e a noi ex virgulti che cerchiamo di vivere, con quotidiana e determinata gioia, nonostante i giovani virgulti, il presente.
Eh! Autista: celo! Comunicazione: ve ne andate appena finito di studiare: celo! Grugniti: celo! Goditeli ora, ma come?: celo!
Quanti anni ha tuo figlio?
Belli però i suoi piani per il futuro 🙂
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Mio figlio ha quasi 13 anni, a metà tra i tuoi se ricordo bene, ed è un folle… In certi momenti lo ami e in altri… pure. Anche se riesce a fartele davvero girare a mille! Per quanto riguarda i suoi piani per il futuro siamo passati anche per la giocoleria al semaforo e la street art di cui è appassionato. Stasera sono, dopo una giornata piena dietro a lui sono distrutta. E con i tutti i celo! che condividiamo sono certa capirai quando dico che in ufficio, nonostante le scadenze e le tante cose da fare, non è poi così dura!
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Sì, sta tra i miei due 🙂
L’ufficio aveva un grande vantaggio: sapevo che mi avrebbero pagata, così invece tutti i celo! ce li ho aggratis…
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🙂 hai ragione!
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